Informazioni e approfondimenti sulla salute dell'apparato cardiovascolare

Controlli e Terapie

Quando un paziente viene dimesso dalla UTIC (acronimo di Unità di Terapia Intensiva Cardiologica) in seguito ad un’angina oppure un infarto, gli saranno prescritti dei farmaci che dovrà iniziare ad assumere regolarmente. Le terapie che il medico ti ha prescritto dopo la dimissione dall’ospedale, infatti, sono fondamentali per evitare un nuovo evento cardiovascolare ed andranno assunte per il resto della vita.

Affinché le terapie abbiano successo ci sono due cose fondamentali che il paziente deve fare:

1. Conoscere e controllare regolarmente i tuoi target terapeutici

Per ognuno dei principali fattori di rischio esistono dei precisi valori terapeutici che le persone che hanno avuto un infarto devono raggiungere. Le terapie servono proprio a fare in modo che i tuoi valori rientrino stabilmente nei parametri indicati.

Per ottenere questo risultato dovrai 
· conoscere i valori da raggiungere
· assumere regolarmente le terapie prescritte
· eseguire periodicamente delle analisi per controllare i tuoi valori
· parlare con il medico in caso di non adeguato controllo dei valori

  1. Aderire alla terapia
    Numerosi studi dimostrano che dopo un infarto per i pazienti che continuano ad assumere tutti i farmaci prescritti diminuisce il rischio di un secondo episodio e aumenta la sopravvivenza. È fondamentale assumere regolarmente i farmaci prescritti dal medico, effettuando periodicamente esami del sangue per verificare il raggiungimento e mantenimento dei valori obiettivo. Oggi sono disponibili nuovi programmi accessibili attraverso PC o dispositivi mobili (smartphone, ecc) che offrono un valido supporto per assumere regolarmente i farmaci.

Quali sono i target terapeutici?

COLESTEROLO LDL: 70 mg/dL

Più alto è il colesterolo LDL (il “colesterolo cattivo”) maggiori sono le probabilità di un secondo evento acuto.
Le Società Scientifiche più in vista si trovano d’accordo nello specificare che i soggetti con rischio cardiovascolare molto elevato, come quelli precedentemente colpiti da infarto, devono mantenere il livello di colesterolo LDL al di sotto di 70 mg/dL per diminuire la probabilità di un secondo evento.

PRESSIONE ARTERIOSA MASSIMA: 130 mmHg

Dopo un infarto la pressione arteriosa non deve assolutamente superare i 130 mmHg di massima ed i 80 mmHg di minima.
Per le persone con diabete o con problemi renali i valori indicati devono mantenersi al di sotto dei 120mmHg.

FREQUENZA CARDIACA: ≤60/min

È il numero di battiti che il cuore compie in un minuto, e varia in relazione all’età, all’attività fisica svolta e a varie patologie concomitanti. In tutti i casi nei quali si ha la percezione di un’alterata frequenza cardiaca è bene rivolgersi al medico per identificarne le cause e avviare i trattamenti più adatti.

Come controllare il colesterolo LDL?

Per conoscere il livello del tuo colesterolo LDL e sapere se rientra nei valori indicati, quando esegui le analisi del sangue il medico ti dovrà prescrivere il dosaggio del “profilo lipidico” che include:

  • LDL (“colesterolo cattivo”) o LDL-C
  • HDL (“colesterolo buono”) o HDL-C
  • trigliceridi
  • colesterolo totale

Le persone con rischio cardiovascolare molto elevato, come i pazienti che hanno avuto un infarto, i pazienti diabetici con altri fattori di rischio cardiovascolare (CV), i pazienti con insufficienza renale cronica severa, i pazienti che hanno avuto un ictus ischemico, dovrebbero mantenere il loro livello di colesterolo LDL al di sotto di 70 mg/dL.
Le persone con rischio cardiovascolare elevato, come quelle che hanno diabete, senza altri fattori di rischio CV, i pazienti con insufficienza renale cronica moderata e i pazienti con ipertensione severa, dovrebbero mantenere il loro livello di colesterolo LDL al di sotto di 100 mg/dL.

Il tuo medico sarà in grado di valutare il livello di lipidi contenuti nel sangue, controllando sia il colesterolo che i trigliceridi.
Per ogni chiarimento sui livelli di questi due valori nel sangue, puoi chiedere consiglio al tuo medico.

I farmaci per abbassare il colesterolo

Le statine sono i farmaci di prima scelta per il trattamento dell’ipercolesterolemia. Questi farmaci stabilizzano le placche aterosclerotiche e consentono di abbassare la concentrazione del colesterolo LDL con riduzione del rischio di andare incontro ad un nuovo evento cardiovascolare.
Secondo le linee guida europee, le statine dovrebbero essere prescritte in base al dosaggio massimo raccomandato o comunque a quello tollerabile per raggiungere il target.
Nei soggetti con cardiopatia ischemica considerati a rischio estremamente a rischi (per i quali il valore di colesterolo LDL da raggiungere è 70 mg/dL) è sempre raccomandato di sottoporsi ad una cura farmacologica tempestiva. Il trattamento con statine deve essere associato ad una dieta specifica, volta a ridurre il consumo di prodotti di origine animale.

Le statine possono dare luogo, soprattutto quando somministrate a dosaggi elevati e per periodi prolungati, ad effetti collaterali di varia entità che comprendono crampi muscolari, dolori e stanchezza muscolare (mialgie) ma anche danni al fegato e ai reni. Quando si è in terapia con una statina e si avvertono disturbi bisogna parlarne subito con il proprio medico. Sarà il medico a decidere se è il caso di diminuire la dose o cambiare terapia, in ogni caso non bisogna mai interrompere la terapia a meno che non sia il medico stesso ad indicarlo.
Se non riesci a raggiungere i valori indicati, neanche con la dose massima di statine, o se sei intollerante a questi farmaci, il medico – sulla base della nota 13 AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) – ti potrà prescrivere terapie alternative, come l’ezetimibe, con il fine di portare il valore del colesterolo al target desiderato di <70mg/dL.

Che cosa è la Nota 13?

La Nota 13 è lo strumento attraverso il quale il Ministero della Salute regolamenta la rimborsabilità a carico del Sistema Sanitario Nazionale e i criteri d’impiego dei farmaci indicati per la riduzione del colesterolo. Tale nota indica i livelli di colesterolo LDL che i pazienti devono raggiungere in funzione del loro livello di rischio cardiovascolare e indica i trattamenti, rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale, a cui ricorrere in caso di mancato raggiungimento dei valori obiettivo.